2. La Legge del Giardiniere

legge del giardiniere

da “Le 7 leggi del buon Genitore in Evoluzione”

“Se crei il terreno fertile e ti prendi cura del seme con amore, esso germoglierà da sé, e svelerà la sua più intima e meravigliosa natura”.

Cari amici genitori, 

vi siete mai chiesti che seme siete? Di rosa, di salice piangente, di pino, di baobab …? Avete la sensazione di aver realizzato il vostro potenziale o di essere sulla strada giusta per manifestarlo? ????

Perché ve lo chiedo? Molti, moltissimi tra noi non sentono di esprimere la propria natura più profonda. Non si sentono semi realizzati, non sanno ancora bene che semi sono. E’come una sensazione latente di insoddisfazione. Ci possiamo ritrovare a vivere una vita da cactus quando siamo una stella alpina! ?☹

Questo ha potuto accadere perché molti di noi sono il frutto di un’educazione, che ha concepito il bambino che viene al mondo come un essere a cui dare una forma, da istruire (dal latino in-struere=inserire dentro) , in pratica un vaso vuoto da riempire .?

In questo clima educativo molti genitori, non sentendo realizzata la propria natura hanno cercato di dare ai propri figli, spesso pensando di fare del bene, ciò che era loro mancato per esprimere se stessi… con bisogni diversi! ?‍♀️?‍♂️

La metafora del giardiniere mi è sempre piaciuta moltissimo per rappresentare il ruolo del genitore, e i semi, nella loro infinita varietà, mi sembrano esprimere perfettamente l’unicità di ogni essere umano.?‍?????

Vedo i nostri bambini come meravigliosi e preziosi semini che la vita ci affida perché ce ne prendiamo cura, li nutriamo e li sosteniamo affinché germoglino e crescano esprimendo la propria natura unica e speciale.

Educare (dal latino ex-ducere) significa” tirare fuori”, far emergere ciò che già c’è, il potenziale.

Noi genitori, educatori, come giardinieri, abbiamo il compito di mettere questi semi nelle condizioni ottimali perché ciò accada, è la natura a fare il resto, possiamo fidarci.

Come? 

Innanzi tutto cerchiamo di non condizionarli con le nostre aspettative, di non dargli il compito di realizzare ciò che noi non abbiamo potuto o voluto diventare, di non pretendere che riempiano i nostri vuoti, che superino i nostri limiti.?❌

Per fare questo è importante che noi per primi scopriamo che seme siamo veramente, che conosciamo noi stessi, superiamo ciò che ci limita per prendere in mano le redini della nostra vita, rispettando la nostra natura.??

Poi, da buoni giardinieri, rendiamo il terreno fertile e diamo a questo semino, che ci è stato affidato, ciò che gli è indispensabile, rispettando la nostra natura.??

Sappiamo cos’è, perché quello di cui lui ha bisogno, è ciò di cui abbiamo bisogno anche noi, e ogni essere umano su questa terra: sentirsi visto, accettato come è, di valore, protetto e degno di essere amato.??

Così, e solo così, potremo assistere alla meraviglia del suo rivelarsi, scoprire che seme è! ?

Un tema ampio… uno spunto di riflessione. 

Cosa ne pensi? Vuoi condividere le tue riflessioni?

Grazie!

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